Regia e Coreografia: Lucia Galletti
Soggetto e Sceneggiatura: Lucia Galletti
Regia Tecnica e Disegno Luci: Andrea Berselli
Partendo dal presupposto che “chi semina spine non può camminare scalzo”, Animus (dal latino: coraggio), fa riemergere dall’universo dei peccatori, l’essenza di Eva, prima figlia di Dio sulla Terra ad essersi consumata nel peccato. La debolezza dell'essere, la cessione davanti alla tentazione e la consacrazione del peccato. Davanti all’ammissione dei propri peccati, versate le lacrime dei pentimenti tardivi fino a perdere gli occhi ecco l'alterego di Eva incontrarsi con Dio. Nella purezza di una dimensione eletta, lo sposalizio delle due parti, contrasto del peccato e del Divino. Elevarsi a Dio non è morte, ma vita perpetua e desiderio di un luogo puro e rarefatto. Elevarsi a Dio e’ cercare la vita in un regno rarefatto e non di peccatori. Andare verso se stessi dopo aver ammesso, davanti a Dio, le proprie strade d’ombra e trovare, nella pura dimensione dell’anima, pace eterna.
Partendo dal presupposto che “chi semina spine non può camminare scalzo”, Animus (dal latino: coraggio), fa riemergere dall’universo dei peccatori, l’essenza di Eva, prima figlia di Dio sulla Terra ad essersi consumata nel peccato. La debolezza dell'essere, la cessione davanti alla tentazione e la consacrazione del peccato. Davanti all’ammissione dei propri peccati, versate le lacrime dei pentimenti tardivi fino a perdere gli occhi ecco l'alterego di Eva incontrarsi con Dio. Nella purezza di una dimensione eletta, lo sposalizio delle due parti, contrasto del peccato e del Divino. Elevarsi a Dio non è morte, ma vita perpetua e desiderio di un luogo puro e rarefatto. Elevarsi a Dio e’ cercare la vita in un regno rarefatto e non di peccatori. Andare verso se stessi dopo aver ammesso, davanti a Dio, le proprie strade d’ombra e trovare, nella pura dimensione dell’anima, pace eterna.
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